La lingua inglese: cenni storici

translation_articles_icon

ProZ.com Translation Article Knowledgebase

Articles about translation and interpreting
Article Categories
Search Articles


Advanced Search
About the Articles Knowledgebase
ProZ.com has created this section with the goals of:

Further enabling knowledge sharing among professionals
Providing resources for the education of clients and translators
Offering an additional channel for promotion of ProZ.com members (as authors)

We invite your participation and feedback concerning this new resource.

More info and discussion >

Article Options
Your Favorite Articles
Recommended Articles
  1. ProZ.com overview and action plan (#1 of 8): Sourcing (ie. jobs / directory)
  2. Réalité de la traduction automatique en 2014
  3. Getting the most out of ProZ.com: A guide for translators and interpreters
  4. Does Juliet's Rose, by Any Other Name, Smell as Sweet?
  5. The difference between editing and proofreading
No recommended articles found.

 »  Articles Overview  »  Language Specific  »  Italian  »  La lingua inglese: cenni storici

La lingua inglese: cenni storici

By Maria Antonietta Ricagno | Published  02/17/2012 | Italian | Recommendation:RateSecARateSecARateSecARateSecIRateSecI
Contact the author
Quicklink: http://slv.proz.com/doc/3515
Author:
Maria Antonietta Ricagno
Španija
angleščina - italijanščina translator
 
View all articles by Maria Antonietta Ricagno

See this author's ProZ.com profile
Dal punto di vista della storia del mondo, non si può fare a meno di notare come la lingua inglese sia la lingua parlata in Inghilterra da un periodo relativamente breve. Infatti, 'inglese è stato introdotto nell'isola a metà del V sec., sebbene il territorio sia stato abitato da migliaia di anni. Durante tale periodo, si sono succedute varie popolazioni, ognuna delle quali con una lingua propria.
Tuttavia, possiamo dire molto poco sulle lingue parlate in tali periodi in Inghilterra. Le nostre conoscenze sui primi abitanti provengono perlopiù da resti di tipo materiale scoperti dagli scavi archeologici, pertanto gli abitanti dell'Inghilterra sono stati necessariamente classificati in base ai vari tipi di cultura materiale: prima della scoperta dei metalli, l'uomo faceva uso esclusivo della pietra, pertanto si può dire che l'età della pietra è durata in Inghilterra all'incirca fino al 2000 a.C.
Però, nel 1066, in occasione della battaglia di Hastings, erano ancora in uso alcune armi di pietra. Quest'ultima lasciò poi il posto al bronzo, a sua volta sostituito dal ferro all'incirca verso il 500-600 a.C.
I primi abitanti dell'Inghilterra furono gli uomini del Paleolitico, dotati di notevoli abilità artistiche, ma la cui lingua scomparve con loro. Al pari dell'uomo del Paleolitico, anche quello del Neolitico è scomparso senza lasciare tracce della sua lingua e dobbiamo arrivare fino ai Celti per trovare il primo popolo in Inghilterra di cui abbiamo nozioni della lingua usata. Il celtico è stata la prima lingua indoeuropea parlata in Inghilterra da un numero di parlanti considerevole. Anche il latino è stato parlato a lungo - per circa quattro secoli - prima dell'avvento dell'inglese.
Nel 55 a.C., Giulio Cesare invade l'Inghilterra, tornando l'anno successivo, ma in entrambe le occasioni non riesce a piegare la resistenza incontrata sull'isola. È solo nel 43 a.C. che Claudio intraprende la conquista dell'isola e, nel corso di varie tappe, i Romani arrivano ad attestarsi fino alle zone montuose di Galles e Scozia, dove erigono un muro fortificato noto come il Vallo di Adriano.
Inevitabilmente, la conquista militare romana portò nell'isola la civiltà latina, le strade degli architetti romani e tutto quanto faceva parte dello stile di vita romano. Fu introdotto perfino il Cristianesimo e nel 314 si celebrò un concilio ecclesiastico con la partecipazione di vescovi provenienti da Londra e York. Durante tutto questo periodo, tuttavia, il latino non soppiantò completamente il celtico: come spesso è accaduto nella storia delle conquiste, la lingua dei conquistatori restò limitata alla classe dirigente, mentre il popolo continuò a parlare la lingua autoctona. Circa nel 449, il corso della storia cambiò in modo deciso: le isole britanniche cominciarono ad essere invase dalle tribù germaniche destinate a dare luogo alla fondazione della nazione inglese. L'Inghilterra fu oggetto di attacchi ripetuti per oltre cento anni, anche se non vi sono notizie certe su quali fossero esattamente tutte le tribù che presero parte a tali invasioni. Sappiamo con certezza da Beda (Storia ecclesiastica del popolo inglese, 731) che le tribù germaniche che alla fine conquistarono l'Inghilterra furono gli Juti, i Sassoni e gli Angli, che si suddivisero l'isola. I rapporti tra gli invasori e le popolazioni celte autoctone in alcune zone furono pacifiche, mentre in altre, dove i Celti erano stanziati in modo più massiccio, gli Anglo-Sassoni incontrarono una notevole resistenza.
I Celti chiamavano gli invasori germanici genericamente Sassoni, pertanto i primi scrittori latini si riferirono anch'essi alle popolazioni teutoniche in Inghilterra come Saxones. Tuttavia, presto a tali termini si affiancarono quelli di Angli e Anglia e circa nell'anno 1000 inizia a comparire il termine Englaland. La lingua inglese odierna rappresenta il risultato della fusione dei dialetti parlati dalle tribù germaniche arrivate in Inghilterra. Poiché l'inglese appartiene al ramo del basso germanico occidentale della famiglia indoeuropea, condivide alcune caratteristiche comuni a tutte le lingue germaniche. Tuttavia, proprio per questo, non partecipa alla II Rotazione consonantica. Nell'ambito dell'evoluzione della lingua inglese, è possibile riconoscere tre periodi principali, che sono più una suddivisione di comodo che reale; trattandosi di una transizione continua, non esistono infatti interruzioni nette:
dal 450 al 1150: Old English, caratterizzato da marcate inflessioni.
Dal 1150 al 1500: Middle English, che vede l'inizio della riduzione delle inflessioni. È la lingua di Geoffrey Chaucer:
Prologo dei Canterbury Tales
Whan that Aprill with his shoures sote
The droghte of Marche hath perced to the rote,
And bathed euery veyne in swich licour,
Of which vertu engendred is the flour;
Whan Zephirus eek with his swete breeth
Inspired hath in euery holt and heeth
The tendre croppes, and the yonge sonne
Hath in the Ram his halfe course yronne,
And smale fowles maken melodye,
That slepen al the niȝt with open ye-
So priketh hem Nature in hir corages-
Than longen folk to goon on pilgrimages,
And palmeres for to seken straunge strondes,
To ferne halwes, couthe in sondry londes;
And specially, from euery shires ende
Of Engelond to Caunterbury they wende,
The holy blissful martir for to seke,
That hem hath holpen, whan that they were seke.
 
Dal 1500 in poi: Modern English, che vede il superamento completo del sistema inflessionale.


Copyright © ProZ.com and the author, 1999-2024. All rights reserved.
Comments on this article

Knowledgebase Contributions Related to this Article
  • No contributions found.
     
Want to contribute to the article knowledgebase? Join ProZ.com.


Articles are copyright © ProZ.com, 1999-2024, except where otherwise indicated. All rights reserved.
Content may not be republished without the consent of ProZ.com.